Vacillante fiammella sul collo estremo
della muta cera consumi e sussisti…
I mille balli e allunghi e spiralette
e riposi improvvisi e languori e sfiammate
come al passo di una musica inudibile
assecondano il tuo umore.
Pure crei una piccola ombra
se un muro si fa specchio a te accanto
un anfratto un angolo una crepa un bozzo
acquistano buio alla tua lucina o, per converso,
rilievo e turgore
assecondando il tuo umore.
E il tempo pare sospeso
quasi consunto insieme alla cera
resta
nel baluginio infinito della tua fame che avanza
negli occhi di un bimbo che guarda
incantato
E sommuovi i ricordi
delle mai enumerate candele
della fanciullezza che fu
con le strane ombre vaganti
nelle stanze buie di temporale
incedente
E rumori e fragori di tuoni
addolciti attenuati
dalla fiamma della tua compagnia
scaldante i nostri piccoli visi
fattisi a cerchio intorno al tuo focolare
modesto
Eco di racconti ripetuti
quasi sommessi
a non disturbare il silenzio del tempo sospeso
………voce di nonno di fiabe
ripetenti la fiaba più amata
danzante leggera
Profumo di improvvisati
budini inventati
a calmare l’ansia di aria da temporale
ormai dilagante
fanno zuccherine, ancora, le nari di oggi
e rivedo i bagliori delicati e ondeggianti
sui visetti e gli occhioni larghi del buio riflesso
Un cerchio quasi perfetto
a te intorno e al tuo cercato calore
immaginato e voluto
perfino sentito.
…Odori sapori chiarori
parole
volti di nonni
sfumanti con la cera che strugge
cerco di tenere afferrati
mentre lontani
già troppo lontani
sfumati e trascolorati
e smagati e immemori
ridiventano ombra
alla tua ombra.