Afasia del passato
.
Il pendolo compiva docile i suoi archi
E la cucina era silenzio
scandito
solo dal suo passaggio ripetuto e ineluttabile
Piccoli rettangoli infiniti specchietti
spezzettano e moltiplicano i miei sorrisi
di bambina
affacciata coi gomiti su quell'ansa di credenza
un po' pacchiana di foto infilate
fra le sue commessure, ovunque:
facce sconosciute mi spiano o mi traguardano
mute
Trascorro con le dita l'orologio di vetro
fermo su un improbabile mezzogiorno
e l'odore di uovo fritto al sugo
cicaleggia alle mie spalle
coi brevi passi calmi
di mio nonno che si sposta a pizzicare
ora il sale ora il pepe
mentre l'estate dei miei anni
lo rivede e ancora sente